Siamo un paese di creativi, si sa; e l’Italia ha inventato un criterio tutto suo. Si chiama territorialità. Il ragionamento è semplice. Vuoi dare una preparazione a tuo figlio di taglio internazionale? Perché no! L’importante, se vuoi che un giorno i suoi studi siano riconosciuti, è che questi si facciano fuori dall’Italia. Quest’assurdità, vera e propria aberrazione, è bastata da sola a tenere lontano i “temuti” atenei stranieri (ma gli europei sono “stranieri”?), a scongiurare la malaugurata apertura di College e Università in Italia.
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Pace ed Economia
Possono le parole pace ed economia andare di pari passo? Su questo tema si è dibattuto ieri durante la conferenza “La pace è economia”, parte di un ciclo organizzato dalla European School of Economics ed alla quale, dopo personalità illustri quali Michail Sergeevič Gorbačëv e Joseph Rotblat, ha presenziato l’irlandese Betty Williams, insignita del premio Nobel per la pace nel 1976 in quanto fondatrice, insieme a Mairead Corrigan, del “Movimento delle donne per la pace”.
“La guerra e tutta l’ economia di guerra finora sono stati sempre un business. Ora siamo ad una svolta, l’industria della guerra è obsoleta, i paesi avanzati, economicamente dipendenti gli uni dagli altri, non se ne possono più avvalere. Ormai si possono tollerare solo guerre locali ed isolate, in attesa di una conversione totale del sistema”.
Michail Gorbačëv
Михаил Сергеевич Горбачёв, (traslitterato come Michail Sergeevič Gorbačëvin, Mikhail Gorbachev o Sergheevic Gorbaciov) è stato generale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1985 al 1991, e protagonista degli importanti processi di riforma che hanno portato alla dissoluzione dell’URSS e alla riunificazione della Germania. Artefice, con la sua politica, della fine della guerra fredda, fu insignito nel 1989 della Medaglia Otto Hahn per la Pace e, nel 1990, del Nobel per la pace.
Un Master sullo Sport all’European School of Economics
Parte domani il Master in Management dello Sport organizzato dalla European School of Economics. Lo sport è considerato a pieno titolo tra i nuovi pilastri del business mondiale. Lo sport, sotto i nostri occhi, è diventato, oltre che un fenomeno sociale di massa, uno dei comparti più interessanti dell’economia europea e mondiale, con oltre 30,000 miliardi annui di fatturato e, alla svolta del secolo, un importante serbatoio di occupazione intellettuale giovanile. Lo sport e il suo mondo sono stati teatri negli ultimi anni di una fase di profonda e radicale trasformazione. Aspetti normativi (sentenza Bosman e Legge n° 586/96, che ha consentito alle società sportive di trasformarsi in società per azione e di indirizzarsi verso la quotazione in Borsa), tecnologici (Tv digitale, pubblicità virtuale e Internet) e socio culturali (crescente disponibilità per il tempo libero) hanno evidenziato la necessità di sviluppare metodologie di gestione nuove ed adeguate ad un mercato sempre più internazionale e competitivo. Tra le materie che vengono impartite durante il corso figurano: Management dello Sport, Marketing Sportivo, Sponsorship e Trend. Durante il corso si avrà l’opportunità di sviluppare un “Progetto Business” con l’ausilio e la supervisione della Scuola e dei docenti.
CALCIO: IL ROMANISTA CAFU A SCUOLA DI ECONOMIA
Marcos Evangelista De Morais, meglio conosciuto come ”pendolino” Cafu, punta di diamante della Roma e terzino della nazionale brasiliana Campione del mondo a Usa 94, si prepara a diventare il primo calciatore al mondo a conseguire la Laurea in Economia e Finanza con specializzazione in Management dello Sport. Il calciatore giallorosso ha scelto infatti di studiare alla European School of Economics. Tra gli ”sportivi” impegnati a conseguire una laurea anche Jury Chechi, Antonio Rossi, Manuela Di Centa, Annarita Sidoti, Fabiana Luperini.
Tommasini e Ranieri: “E vinte le Olimpiadi mi laureo in Sport”
Questa volta anziché le medaglie hanno sfoggiato la toga: Fabrizio Ranieri, campione del mondo di canottaggio, e Paolo Tommasini, medaglia d’argento ai mondiali di canoa, si sono laureati in Management dello Sport alla European School of Economics.
Al Teatro Valle, per l’occasione, altri famosi sportivi che studiano per diventare manager applaudono i loro colleghi: l’olimpionico di canoa Antonio Rossi, che le studentesse in sala si mangiano con gli occhi, la biondina Annarita Sidoti, campionessa di marcia, quel simpaticone
Sport Management: Yuri Chechi e Antonio Rossi
Campioni di serietà nello sport e nella vita, Juri Chechi e Antonio Rossi, punte di diamante della ginnastica e della canoa italiana, si preparano a diventare manager per restare anche in futuro nel mondo dello sport.
Entrambi studenti della facoltà di Sport Management della ESE, European School of Economics, ieri hanno consegnato i diplomi ai primi laureati dell’ateneo privato durante la cerimonia che si è svolta al Teatro Valle. Millecinquecento gli invitati ad assistere alla consegna delle pergamene e che è stata preceduta da una conferenza sul banking internazionale e da un balletto.
Il Nobel per l’Economia Nash ospite della ESE
“La più giovane star della new mathematics”: così Fortune, nel 1957, definì l’americano John Forbes Nash che, all’età di 29 anni, aveva già scritto il lavoro per cui avrebbe vinto il Nobel per l’Economia ed era stato nominato professore al prestigioso Mit di Boston.
Un personaggio affascinante, questo matematico che ha oggi 69 anni e che è considerato il “guru” della ‘Teoria dei giochi”. In Italia arrivera tra breve, ospite della European School of Economics (scuola privata di Economia, Finanza e Management).
Un mondo senza armi nucleari: il sogno è diventato realizzabile
Il suo sogno è un mondo senza armi nucleari. E ora che la Terra non è più divisa in due dalle idiologie armate, Joseph Rotblat, fisico, Premio Nobel per la Pace nel 1995, presidente del movimento Pugwash fondato insieme ad Albert Einstein e Bertrand Russell, 89 anni portati benissimo, batte senza sosta il pianeta per convincere politici potenti e semplici cittadini che quel sogno è diventato un progetto concreto e realizzabile.
Ieri a Roma, ospite della European School od Economics, per rimuovere la nostra distrazione e spiegare, ancora una vola, i sui perché. Vale davvero la pena riascoltarlo perché se i motivi del conflitto nucleare e totale e della totale distruzione dell’umanità si sono affievoliti, fin quasi a scomparire, gli strumenti, i missili e le loro testate all’uranio o al plutonio restano per buona parte stipate negli arsenali.