Il suo sogno è un mondo senza armi nucleari. E ora che la Terra non è più divisa in due dalle idiologie armate, Joseph Rotblat, fisico, Premio Nobel per la Pace nel 1995, presidente del movimento Pugwash fondato insieme ad Albert Einstein e Bertrand Russell, 89 anni portati benissimo, batte senza sosta il pianeta per convincere politici potenti e semplici cittadini che quel sogno è diventato un progetto concreto e realizzabile.
Ieri a Roma, ospite della European School od Economics, per rimuovere la nostra distrazione e spiegare, ancora una vola, i sui perché. Vale davvero la pena riascoltarlo perché se i motivi del conflitto nucleare e totale e della totale distruzione dell’umanità si sono affievoliti, fin quasi a scomparire, gli strumenti, i missili e le loro testate all’uranio o al plutonio restano per buona parte stipate negli arsenali.
Un mondo totalmente privo di armi nucleari, spiega Joseph Rotblat, è desiderabile. Perché è vero che il riarmo nucleare e la sua intrinseca capacità distruttiva hanno impedito, tra la seconda parte degli anni ‘40 e la fine del comunismo reale alla fine degli anni ‘80, che il confronto est-ovest sfociasse in una nuova guerra mondiale. Ma è anche vero che questo equilibrio, basato generalmente sul terrore, è stato un equilibrio precario. Talvolta, per esempio nella crisi di Cuba all’inizio degli anni ’60, è stato a un passo dalla rottura irreparabile come ha ammesso Robert McNamara, segretario della difesa dell’amministrazione Kennedy. Il rischio legato alla pace nucleare non è dunque accettabile anche in un mondo in cui la probabilità di un conflitto globale è diminuita, perché oggi sono aumentate le possibilità di conflitti locali. E di conseguenza aumentano le tentazioni di usare l’arma atomica per regolarli. Pensate alla Russia, dice Rotblat, che ha scoperto in Cecenia di avere una capacità convenzionale davvero deteriorata. Chi si assicura che in situazioni più critiche, trovandosi in dificoltà, non si lasci tentare dall’opzione nucleare? Pensate alle atomiche israeliane, mai ammesse da Tel Aviv. Non danno alcuna sicurezza aggiuntiva al paese che le possiede, assicura Rotblat, mentre sono un fattore costante di destabilizzazione in Medio Oriente . Un mondo senza armi nucleari non eviterebbe i conflitti. Ma eviterebbe che i conflitti assumano dimensioni più tragiche di quelli combattuti con le armi convenzionali.
Questo mondo senza più l’incubo nucleare non è solo desiderabile. E’ anche possibile. Perché è possibile assicurare che nessuno costruisca, di nascosto, armi nucleari. Con un doppio sistema, indipendente, di controllo. Il primo è quello delle tecnologie, talmente intrusive ormai da assicurare agli Stati che tutti altri stanno rispettando gli accordi di disarmo. Il secondo è il controllo dell’opinione pubblica. Dobbiamo mobilitare le coscienze, sostiene Rotblat, affinché tutti i cittadini del mondo si sentano impegnati a controllare che i patti siano rispettati anche a costo de denunciare i propri governanti. Le battaglie internazionali contro i testi atomici di Francia e Cina dimostrano che questo, ormai, è possibile. Non sprechiamo l’occasione.
Pietro Greco, L’Unità